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quarantine challenge

Ultimamente sul web circolano diverse challenge su come occupare questi nostri giorni di quarantena: sono dei challenge musicali o letterari, ce ne sono tantissimi e molto divertenti. Mi piacerebbe condividerne uno personale con voi: una challenge settimanale in sette piccoli punti, un gioco che vi rimetta in connessione con le parti più profonde di voi stessi:


Giorno 1: coltiva una pianta o un fiore. I fiori e le piante ci insegnano, costantemente, la pazienza. Attraversano, adattandosi al cambiamento, ogni stagione che precede la primavera per poi sbocciare quasi improvvisamente e regalarci tutta la loro bellezza. Se non avete fiori in casa, non disperate: ricordate quell’esperimento che ha fatto ognuno di noi alle elementari quando si bagnava del cotone e si doveva tenere al buio per un po’? Fatelo: vedrete giorno dopo giorno crescere una piccola piantina. Osservatela, imparate da lei la forza vitale.


Giorno 2: crea una playlist musicale. Nessun giorno della nostra vita dovrebbe essere senza una colonna sonora; ora soprattutto. Chiamala come vuoi, scrivici un nome che ti ricordi di questi giorni ed esorcizza la paura con la musica che più ti piace. Siediti e ascolta; siediti e ascolta-ti.


Giorno 3: cucina un piatto che ti ricordi l’infanzia. Solitamente i sapori che ci riportano al nostro vissuto sono i più immediati da riconoscere e i più difficili da riprodurre. Proviamoci: pensiamo a quanto siamo fortunati perché li ricordiamo ancora e a quanto ci sembreranno diversi ora perché noi siamo cresciuti, i nostri gusti non sono più quelli di allora e perché a prepararceli, allora, non eravamo noi. Scopriamoci adulti, indipendenti, assaporiamo i nostri nuovi gusti come crescita personale.


Giorno 4: finisci i libri iniziati e lasciati a metà. Tante volte non era il momento giusto, oppure il libro non incrociava in quel periodo il nostro stato d’animo, così lo abbiamo lasciato lì, in un angolo della libreria senza curarcene troppo. Proviamo a riprenderli in mano, sfogliamo le pagine, stiamo dentro il sentimento che ce l’ha fatto abbandonare la prima volta e proviamo a lasciarlo andare. Finire i libri arretrati ci dà spesso l’idea di riprendere in mano le cose.




Giorno 5: annota i tuoi sogni. I sogni sono la rappresentazione del nostro inconscio. Segnali, quando li ricordi, rileggili, prova a tenere traccia della sensazione che hai avuto quando ti sei svegliata. Prova a capire come stai, soprattutto in questo periodo.


Giorno 6: chiama le persone care. Coltiva i rapporti stretti, i sentimenti più autentici, approfitta dell’isolamento forzato per liberarti dei legami malati. Nessun legame sano deve provocare in te frustrazione e senso di oppressione. Perché i rapporti sani si caratterizzano per la loro ricchezza, l’apertura, il senso di appagamento e affezione che gli altri ci trasmettono. Soprattutto in questo momento abbiamo bisogno di vicinanza, intimità, affetto e molta autenticità.


Giorno 7: ritaglia un tuo spazio all’interno della casa. Scegli uno spazio tuo, in cui poter mettere un fiore (o la piantina coltivata il giorno1), accendere una candela, tenere la luce soffusa. Uno spazio che può essere temporale o materiale. Il tempo per se stessi è fondamentale: non dimenticatevi di voi neanche in questo momento di emergenza.


Questo non è un almanacco della felicità, non vuole essere un vademecum o una soluzione, ognuno di noi ha il suo percorso e i suoi strumenti e fortunatamente questi ci caratterizzano e diversificano come individui. Sono dei piccoli suggerimenti; delle spinte ad entrare in contatto con voi stessi in questi giorni di reclusione forzata. Non siete mai soli. Abbiate fiducia, credete in voi! E #andràtuttobene.

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